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Brescia
23 novembre 2012
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Ricordo di Severino Fratus

Negli ultimi mesi del 1942 nelle fabbriche torinesi e milanesi giungono rapporti allarmanti che parlano dei primi segnali del blocco dell’attività lavorativa, dei rischi di sabotaggio, di disaffezione al lavoro e al regime. I giovani che arrivano in fabbrica dalle “scuole operaie” incontrano i vecchi lavoratori che portano con sé memoria per tutto ciò che è diverso dal grigiore del fascismo e dal cupo clima di guerra.
Nei primi mesi del 1943 piccoli episodi di ribellione fanno capire che è giunto il tempo di uno sciopero vero e proprio contro la guerra, la miseria delle condizioni di vita e di lavoro, contro il regime: secondo il motto “pane, pace e libertà”.
Il movimento scioperante crescerà e si allargherà a tutto il nord d’Italia, soprattutto a Milano, alla Falck, alla Marelli, alla Breda.
Fondata a Milano nel 1886, la Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche è stata un’importante azienda del XX secolo, dedita alla produzione di locomotive e all’industria bellica. La fabbrica, i cui impianti occupavano una vasta area tra Milano e Sesto San Giovanni, offriva opportunità di lavoro a numerosi operai lombardi e non solo. Tra coloro che beneficiano di quest’opportunità troviamo Severino Fratus. Nato il 7 agosto 1891 a Brescia, residente in via Fratelli Ugoni 6, padre di tre figli (Battista, Giulio e Severina), si trasferisce a Sesto San Giovanni in via Breda 8, lavorando come meccanico attrezzista nel settore siderurgico, sezione IV della fabbrica.
In quanto appartenente ad una formazione partigiana (108° Brigata Garibaldi), viene arrestato in casa la notte del 28 marzo 1944 a Sesto San Giovanni dalle Sicherheitsdienst (servizio di sicurezza delle SS). L’atto viene giustificato dai nazisti con il pretesto di un arresto preventivo al fine di offrire, attraverso la detenzione nel campo, protezione dalle possibili rivolte politiche e lavorative. Trasferito dal carcere di Bergamo il 4 aprile, giunge al campo di concentramento di Mauthausen l’8 aprile, immatricolato con il numero 61643 e successivamente decentrato a Gusen (sottocampo di Mauthausen).
Mauthausen è il nome del tristemente famoso campo di sterminio nazista, eretto nel 1938, sopra la piccola cittadina di Mauthausen in Austria. Regno del terrore assoluto, inferno sulla Terra, Golgota della sofferenza inaudita di centinaia di migliaia di deportati era il lager destinato agli oppositori politici “irrecuperabili”.
Dopo trecentosessantacinque giorni di sopravvivenza all’interno del campo, muore l’8 aprile 1945, all’età di 53 anni. Dai documenti stilati dai nazisti, la causa della morte di Fratus sembra essere una bronco-polmonite; è attualmente sepolto nel cimitero internazionale di Mauthausen.
“Severino Fratus di Sesto San Giovanni. Il caro Fratus! [..] Eravamo amici, e passata la prima emozione di esserci ritrovati in un simile luogo e in tale stato, cominciò la ridda dei: “Ti ricordi?, ti ricordi?”. [..] Passammo ancora ore e ore a rievocare nomi, e fatti ai quali assieme avevamo partecipato. [..] Era stato attivo, sempre. I suoi consigli erano savi, come savio era il suo coraggio. Ora sapeva con certezza che non sarebbe tornato; dentro, diceva, si sentiva tutto vuoto, tutto sfinito. Gli dispiaceva di non poter tornare: avrebbe voluto fare un certo discorsetto ai fascisti di Sesto San Giovanni, ai quali non perdonava di essere italiani. “I tedeschi”, diceva, “sappiamo cosa sono”. [..] Fratus sentiva avvicinarsi la fine, e lo diceva tranquillamente; era ridotto a niente. [..] Me lo disse la mattina dell’8 aprile 1945, e furono le sue ultime parole quando mi indicò con la mano la catasta di morti: “Presto sarò fra loro”. [..] Lo rividi sul mucchio, gli avevano già tolto dal polso la matricola”. (da I vivi e i morti di Mino Micheli).

A cura di studenti delle classi 5°H, 5°F, 5°D, 5°C del Liceo Scientifico “Nicolò Copernico” di Brescia, anno scolastico 2012-’13.

 

 

Intervento di Alberto Franchi
Presidente Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura

Intervento del Sindaco di Brescia Adriano Paroli

Ricordo di Mario Ballerio

Ricordo di Roberto Carrara

Ricordo di Domenico Pertica

Ricordo di Angelo Cottinelli


Ricordo di Guido e Alberto Dalla Volta


Ricordo di Emilio Falconi


Ricordo di Severino Fratus

Ricordo di Andrea Trebeschi


Intervento di Bernhard Hauer, Console Generale Aggiunto del Consolato di Germania a Milano, su Andrea Trebeschi

Brochure della Cooperativa Cattolico-Democratica di Cultura
"Brescia ricorda le vittime dei lager"