Ricordo
di Mario Ballerio
Mario Ballerio nacque l’8
luglio1918 a Redona (Bergamo), abitò in viale Venezia
45. Studiò a Brescia presso l’Istituto “Cesare
Arici”, sostenendo gli esami di maturità classica
nel luglio del 1936, presso il Regio Liceo Ginnasio Arnaldo.
Si iscrisse poi al Politecnico di Milano, dove nel 1941 conseguì la
laurea in ingegneria. Venne quindi assunto presso le Industrie
Tessili bresciane, società di cui il padre Giuseppe era
consigliere delegato.Nello stesso periodo si iscrisse alla facoltà di
Scienze Politiche ed Economiche dell’Università Cattolica
di Milano, corso di laurea che frequentò saltuariamente
perché richiamato alle armi dal dicembrednel 1941. L’11
marzo 1943 divenne tenente di complemento nel 7° Reggimento
di artiglieria della Divisione Pisa.Dopo l’8 settembre
1943 fu arrestato a Lipsia, dove si trovava per seguire un corso
di perfezionamento per ufficiali italiani e fu internato nel
lager 327N di Przemysl in Polonia e poi nel sottocampo di Pikulice,
dove restò poco più di tre mesi. Le difficili condizioni
di vita, caratterizzate da una scarsa alimentazione, dal freddo
e dalla fame, in quanto, come altri internati militari, aveva
rifiutato di aderire alla Repubblica sociale italiana, indebolirono
la sua fibra. Gravemente ammalato di tubercolosi, nella prima
decade del gennaio 1944 fu ricoverato presso l’ospedale
civile di Przemysl, dove, senza ricevere le cure e il vitto necessari,
morì il 15 aprile 1944.Soltanto il 30 ottobre 1949, i
suoi familiari ebbero notizie degli ultimi mesi di vita di Marco
da una lettera di Mario Mattioli, un suo compagno di prigionia,
anch’egli ricoverato presso l’ospedale civile di
Przemysl.In essa si legge:«[…] Nei primi due mesi
andavo a trovarlo solo due, tre volte la settimana, perché costretto
a letto anch’io dalla mia malattia. […] Lo sentivo
spesso parlare, talvolta discutere amichevolmente con i compagni
di problemi di politica, sulla guerra, di argomenti di ordine
tecnico e professionale.[…] Medico, suore, infermiere
prodigarono a tutti noi le cure più affettuose e non è da
far colpa a loro, ma alle limitazioni della guerra se i medicinali
difettavano…Il dottor Orlof ha fatto quanto era in suo
potere, le buone suore polacche e la generosa popolazione ci
hanno recato un grande aiuto sopperendo alla scarsa razione dell’ospedale…Quando
potei alzarmi andavo spesso nella stanza di Suo figlio.Purtroppo
constatavo il progressivo peggioramento di Suo figlio, la febbre
era persistente, le forze scemavano, tuttavia mai ho notato un
suo segno di avvilimento. Ebbe tutti i conforti religiosi».Fu
sepolto nel cimitero comunale di Przemysl. Nel 1957 la salma
fu esumata per essere tumulata nel cimitero militare italiano
di Bieleny nei pressi di Varsavia. Solo nel 1993 i parenti conobbero
il luogo della sua sepoltura.
A cura degli studenti
della classe 5° T del Liceo delle Scienze Umane “Veronica
Gambara” di Brescia, anno scolastico 2012-’13. |
|
|
|
Intervento
di Alberto Franchi
Presidente Cooperativa
Cattolico-democratica di Cultura
Intervento del Sindaco
di Brescia Adriano Paroli
Ricordo di Mario Ballerio
Ricordo di Roberto Carrara
Ricordo di Domenico Pertica
Ricordo di Angelo Cottinelli
Ricordo di Guido e Alberto Dalla Volta
Ricordo di Emilio Falconi
Ricordo di Severino Fratus
Ricordo di Andrea Trebeschi
Intervento di Bernhard Hauer, Console
Generale Aggiunto del Consolato di Germania a Milano, su Andrea Trebeschi
Brochure della Cooperativa Cattolico-Democratica di Cultura
"Brescia ricorda le vittime dei lager" |