Ricordo
di Emilio Falconi
Emilio Giuseppe Falconi nacque
a Brescia il 3 agosto 1911 da Vittorio e Maria Orlandini. Rimasto
orfano di padre in giovane età, frequentò il biennio
dell’Istituto superiore industriale, svolgendo poi la professione
di impiegato. Residente in via Geremia Bonomelli 20, prestò il
servizio militare dal 6 novembre 1931 al 6 agosto 1932. Durante
la campagna d’Etiopia fu richiamato alle armi (26 settembre
1935), assegnato al 77° Reggimento. Fanteria “Lupi
di Toscana”, ma gli fu concessa una licenza straordinaria
in attesa del congedo illimitato ottenuto il 1° luglio 1936.Poche
le informazioni sulla sua vita privata in quegli anni. Dalle
notizie che i figli hanno dedotto da lettere e fotografie conservate
in casa, sappiamo che era appassionato di fotografia e di viaggi
in bicicletta, con cui si recò a Nizza, Firenze e Roma.
Altro interesse erano le escursioni in montagna: una fotografia
del 1936 lo ritrae vicino a un bivacco sul Monte Dasdana-Passo
Croce Domini e ci è noto un suo giro delle Dolomiti.
Una tappa importante della sua vita fu il matrimonio con Maria
Ventura celebrato nel 1939; come meta del viaggio di nozze scelsero
Fiume, dove si recarono in treno. Il 25 luglio 1940 nacque il
primo figlio Vittorio, ma soltanto pochi mesi dopo la tranquilla
vita familiare fu interrotta dal richiamo alle armi. In una pagina
del suo diario si legge: “L’ultima domenica del mese
di ottobre dell’anno 1940 […] trovo Maria con un
viso strano. […] Finalmente cedendo alle mie insistenze,
con le lacrime agli occhi, mi dice che è arrivata la cartolina
precetto per me. Al 6 dicembre mi dovrò presentare al
deposito di Chiari”.
Assegnato nuovamente al 77° Reggimento Fanteria, fu inviato
dal distretto militare di Brescia al porto di Brindisi, dove
si imbarcò sul piroscafo “Piemonte” diretto
a Cria Nova, porto di Valona. Sul territorio albanese venne impiegato
in operazioni contro la resistenza locale in condizioni ambientali
difficoltose, con pochi viveri e lunghe marce di avvicinamento.
Non è nota la data del rientro dall’Albania, ma
sappiamo che gli vennero concesse due licenze per recarsi dalla
famiglia, nel novembre e nel dicembre del 1941. Scarse informazioni
circondano anche la sua presenza nel periodo febbraio-aprile
1942 a Cosenza, testimoniata però da alcune fotografie.
Nell’agosto dello stesso anno nacque la secondogenita Camilla,
che egli poté vedere una sola volta in occasione di una
licenza. Una cartolina e altre fotografie lo attestano in Francia
nel 1943, dove lo coglie l’8 settembre; catturato dai tedeschi,
fu deportato in Germania nel lager per sottufficiali e soldati
di Forbach.
Della sua vita di internato militare ci rimane la corrispondenza
con la famiglia che, nonostante la stretta censura, rivela le
dure condizioni quotidiane, aggravate dalla lontananza dai suoi
cari. Commoventi sono i tentativi di rassicurare i familiari
sulla sua situazione (“Non preoccupatevi per me”, “Io
sto sempre benone temperatura sopra lo zero, e con questi due
elementi il lavoro mi è più leggero”), ma,
alla fine, emergono i reali disagi da lui vissuti. In una lettera
del 2 aprile 1944 scrive: “Mia cara Mariulina, mio grande
bene, dall’amore per te, e dal bene che voglio ai popi,
dalle poche tue lettere che ogni tanto ricevo […] traggo
la forza che mi viene in questo durissimo periodo di forzato
esilio. […] Io sto sempre bene, lavoro 9 ore al dì con
picco e pala e non mi lamento”.
Emilio Falconi morì l’8 marzo 1945, schiacciato
da una gru mentre lavorava nel lager di Forbach. È sepolto
nel Cimitero Militare italiano di Francoforte (riga F, fila 3,
tomba n.23).
A cura degli studenti
delle classi 5° Liceo Scientifico Marketing e 5° Liceo
Europeo Linguistico Moderno Istituto “Giovanni Piamarta” di
Brescia, anno scolastico 2012-’13. |
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Intervento
di Alberto Franchi
Presidente Cooperativa
Cattolico-democratica di Cultura
Intervento del Sindaco
di Brescia Adriano Paroli
Ricordo di Mario Ballerio
Ricordo di Roberto Carrara
Ricordo di Domenico Pertica
Ricordo di Angelo Cottinelli
Ricordo di Guido e Alberto Dalla Volta
Ricordo di Emilio Falconi
Ricordo di Severino Fratus
Ricordo di Andrea Trebeschi
Intervento di Bernhard Hauer, Console
Generale Aggiunto del Consolato di Germania a Milano, su Andrea Trebeschi
Brochure della Cooperativa Cattolico-Democratica di Cultura
"Brescia ricorda le vittime dei lager"
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