Municipio IX (ora VII)
Via Licia, 56 - Roma
14 gennaio 2013

testo

Gioacchino Gesmundo nasce a Terlizzi (Ba) il 20 Novembre 1908, ultimo di 6 figli.
La sua vita fin dall'infanzia è aspra, una vita difficile e grigia. Perde a 2 anni la madre e a 6 anni il padre. Sono i fratelli maggiori e le due sorelle Isabella e Maria che si prendono cura di lui. Frequenta la Scuola Elementare e la Scuola Tecnica a Terlizzi e successivamente il Regio Magistrale "Bianchi Dittula" di Bari. Qui incontra il filosofo Giovanni Modugno suo professore e suo principale formatore spirituale. Così lo ricorda una sua condiscepola Stasi-Grassi in una sua lettera inviataci alcuni anni fa. "Gioacchino era uno studente bravo, uno dei migliori della classe, invidiato da tutti per la sua intelligenza, per la preparazione, sempre pronto a rispondere a tutti i quesiti in filosofia, per l'affetto che il Prof. di filosofia Modugno dimostrava verso l'allievo più bravo della classe". Si diploma nella sessione estiva del 1928 e si trasferisce a Roma per l'insegnamento. E' maestro dal 1928 al 1932 presso la Scuola Elementare di Sette Camini e Tor Sapienza. Il suo rapporto con gli alunni è molto cordiale, buono e tollerante.
Ecco un sonetto in romanesco trascritto e donatogli da Guido Tommasi; manifesta la benevolenza, il rispetto e la considerazione che si deve avere per il proprio maestro.

A chi se vo' più bene  
(Parla la mamma)
-Lore' vie' a "cavallucci' ":
e fa' attenzione a la domanda che te faccio io:
Quale so' su' sto monno le perzone che vòi più bene,
doppo der gran Dio?
E Renzo senza facce rifressione:
A mamma bella, insieme a papà mio,
a nonna che cammina cor bastone e poi abbasta........ Aspetta:pure a zio! -E non c'è più gnisuno, dimme un po' annamo,
su ripenzece un pochetto.......  
-A ma' nun m'aricordo, nu lo so'!
-Ah, nu' lo sai? Te lo dirà tu' madre ce sta er Maestro,
e porteje rispetto uguale, come fusse n'atro padre!                  

Nello stesso anno 1928 si iscrive all'Istituto Superiore di Magistero in Roma e per le sue spiccate qualità intellettive si fa apprezzare dal Professore Guido De Ruggiero e dal Professore Giuseppe-Lombardo-Radice. Consegue la Laurea il 1932 discutendo la tesi "Mito e Realtà con il Prof. De Ruggiero. Insegna "Storia e Filosofia" presso il Liceo Classico Vitruvio Pollione di Formia nel 1932.
Così l'Onorevole Pietro Ingrao suo studente:
Conobbi Gioacchino Gesmundo a Formia nel Liceo di cui ero allievo. Egli vi era giunto da Roma per insegnare Storia e Filosofia.
Cogliemmo fin dalle prime lezioni, in quel giovane professore, una singolare volontà e capacità di comunicazione. Ma la cosa che gradualmente doveva colpirci in una maniera impressionante più di tutte le altre era questa; egli era lì non per un atto di "routine" o per una formalità burocratica, ma per insegnarci quello che era indispensabile fare per costruire un domani diverso per noi stessi e per gli altri.
Gesmundo era un Professore molto aperto al rapporto con gli allievi, generoso nella comprensione, dava molto spazio alla confidenza, cercava con generosità il rapporto diretto con gli alunni.
Non usava in alcun modo il titolo gerarchico. Non ricordo mai che abbia avuto bisogno di alzare la voce o abbia fatto ricorso a richiami disciplinari.
Non si metteva in alto, ma a fianco dell'allievo .

Successivamente viene nominato docente presso il Liceo Terenzio Marrone di Rieti e dal 1934, fino al 1944, anno in cui fu trucidato alle Fosse Ardeatine, presso il Liceo Classico Scientifico " C. Cavour " di Roma. All'ingresso dell'Istituto si trova questa lapide:
In questo Liceo
Additò ai diletti discepoli
l'Amore alla Libertà
l'Odio alla
Gioacchino Gesmundo
Caduto alle Fosse Ardeatine
vittima della barbarie nazista

24 Marzo 1947

Su una parete una lastra in bronzo con inciso un suo pensiero:
Io sono un apostolo della Libertà,
la mia esistenza è votata al suo servizio;
sono impegnato a tutto fare,
tutto osare tutto soffrire per essa.
Fossi io perseguitato e odiato per causa sua,
dovessi pur morire per essa, che farei di straordinario?
Non altro che il mio dovere assoluto

Nel 1943 aderisce al P.C. (clandestino) dopo un autonomo percorso ideologico di rifiuto al fascismo, crea nella sua casa una base clandestina che per un certo tempo è anche la redazione de " l'UNITA' " deposito di giornali per lo smistamento della stampa antifascista nella zona e centro di riferimento per ricercati che avevano bisogno di aiuto, era anche il ritrovo di tutti i suoi allievi bisognosi di consigli e di affetto.
Era aperta a tutti e si sentiva felice quando si poteva intrattenere con loro, sapere cosa facessero, dare consigli e parole di conforto e di speranza. Sentiva che il suo compito non si esauriva fuori le pareti dell'aula, continuava le sue preziose lezioni a casa, vero tempio di fede e di studio". (A. Marchini)
E' esponente di spicco della Resistenza Romana e collabora attivamente con M. Fiorentini nella lotta partigiana con diverse azioni di disturbo e di attentati agli automezzi nazifascisti in transito per alcune vie di Roma. E' arrestato il 29/01/1944 dai militari della Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.) e condotto in Via Tasso, dove subisce le torture più crudeli e sevizie per oltre 40 giorni fino al 22/03/1944 giorno del suo processo in cui è condannato a morte e viene trucidato alle Fosse Ardeatine il 24/03/1944.
Così il Dottor Patara e alcuni suoi ex allievi lo ricordano nel video realizzato dagli studenti del Liceo Scientifico "Cavour" di Roma nel 1990.

"Noi studenti abbiamo avuto come professore Gesmundo per 3 o 4 anni, a secondo dei casi.
Manteniamo nel nostro cuore un ricordo splendido; di un uomo innanzitutto e di un bravo maestro.
Noi non avevamo un professore severo, ma un amico, un fratello più grande, non un padre; sì, proprio un fratello più grande.
Spiegandoci la Filosofia Lui ci faceva capire cos'era innanzitutto la Libertà, ma lo faceva come può fare un filosofo, come lo può fare chi è veramente convinto delle proprie idee, perciò non c'era propaganda. Nel mondo era un asceta.
Era un poeta. Era più che un filosofo.
Era una persona che vedeva nei ragazzi uno strumento per far capire quale fosse veramente la libertà per tutti.
Nel Museo Storico della Liberazione in Via Tasso, che fu il carcere, la sede di torture e di sofferenza per tanti antifascisti è custodita la sua camicia insanguinata.
Il 24/04/1948 gli viene conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Il 14/11/1960 gli viene intitolata a Roma in Piazza Cesare De Cupis, 20 (Tor Sapienza) la Scuola Elementare dove ha insegnato al suo arrivo.
Il 30/09/1965 gli viene intitolata a Terlizzi in Via Salamone la Scuola Media di Secondo Grado.
Ecco la lapide all'ingresso della Scuola.  

"A GIOACCHINO GESMUNDO
nobile figura di pensatore
di educatore e di martire
che alle Fosse Ardeatine
consacrava all'eternità
i sacri ideali di libertà
di dignità umana e di Patria
col sacrificio supremo
memore la nuova generazione dedicò".
30 Settembre 1965

(Gioacchino Gesmundo)

 

Gioacchino Gesmundo

Era un bravo comunista,
un grande professore

La "pietra d'inciampo" per Gesmundo a Roma
( alunni delle   terze classi della "Gesmundo" di Terlizzi)

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www.deportati4gennaio1944.it