testo
Gioacchino Gesmundo nasce
a Terlizzi (Ba) il 20 Novembre 1908, ultimo di 6 figli.
La sua vita fin dall'infanzia è aspra, una vita difficile e grigia. Perde
a 2 anni la madre e a 6 anni il padre. Sono i fratelli maggiori e le due sorelle
Isabella e Maria che si prendono cura di lui. Frequenta la Scuola Elementare
e la Scuola Tecnica a Terlizzi e successivamente il Regio Magistrale "Bianchi
Dittula" di Bari. Qui incontra il filosofo Giovanni Modugno suo professore e
suo principale formatore spirituale. Così lo ricorda una sua condiscepola
Stasi-Grassi in una sua lettera inviataci alcuni anni fa. "Gioacchino era uno
studente bravo, uno dei migliori della classe, invidiato da tutti per la sua
intelligenza, per la preparazione, sempre pronto a rispondere a tutti i quesiti
in filosofia, per l'affetto che il Prof. di filosofia Modugno dimostrava verso
l'allievo più bravo della classe". Si diploma nella sessione estiva del
1928 e si trasferisce a Roma per l'insegnamento. E' maestro dal 1928 al 1932
presso la Scuola Elementare di Sette Camini e Tor Sapienza. Il suo rapporto con
gli alunni è molto cordiale, buono e tollerante.
Ecco un sonetto in romanesco trascritto e donatogli da Guido Tommasi; manifesta
la benevolenza, il rispetto e la considerazione che si deve avere per il proprio
maestro.
A chi se vo' più bene
(Parla la mamma)
-Lore' vie' a "cavallucci' ":
e fa' attenzione a la domanda che te faccio io:
Quale so' su' sto monno le perzone che vòi più bene,
doppo der gran Dio?
E Renzo senza facce rifressione:
A mamma bella, insieme a papà mio,
a nonna che cammina cor bastone e poi abbasta........ Aspetta:pure a zio! -E
non c'è più gnisuno, dimme un po' annamo,
su ripenzece un pochetto.......
-A ma' nun m'aricordo, nu lo so'!
-Ah, nu' lo sai? Te lo dirà tu' madre ce sta er Maestro,
e porteje rispetto uguale, come fusse n'atro padre!
Nello stesso anno 1928 si
iscrive all'Istituto Superiore di Magistero in Roma e per
le sue spiccate qualità intellettive si fa apprezzare
dal Professore Guido De Ruggiero e dal Professore Giuseppe-Lombardo-Radice.
Consegue la Laurea il 1932 discutendo la tesi "Mito e Realtà con
il Prof. De Ruggiero. Insegna "Storia e Filosofia" presso
il Liceo Classico Vitruvio Pollione di Formia nel 1932.
Così l'Onorevole Pietro Ingrao suo studente:
Conobbi Gioacchino Gesmundo a Formia nel Liceo di cui ero allievo. Egli vi
era giunto da Roma per insegnare Storia e Filosofia.
Cogliemmo fin dalle prime lezioni, in quel giovane professore, una singolare
volontà e capacità di comunicazione. Ma la cosa che gradualmente
doveva colpirci in una maniera impressionante più di tutte le altre
era questa; egli era lì non per un atto di "routine" o per una formalità burocratica,
ma per insegnarci quello che era indispensabile fare per costruire un domani
diverso per noi stessi e per gli altri.
Gesmundo era un Professore molto aperto al rapporto con gli allievi, generoso
nella comprensione, dava molto spazio alla confidenza, cercava con generosità il
rapporto diretto con gli alunni.
Non usava in alcun modo il titolo gerarchico. Non ricordo mai che abbia avuto
bisogno di alzare la voce o abbia fatto ricorso a richiami disciplinari.
Non si metteva in alto, ma a fianco dell'allievo .
Successivamente viene nominato docente presso il Liceo Terenzio Marrone
di Rieti e dal 1934, fino al 1944, anno in cui fu trucidato alle Fosse Ardeatine,
presso il Liceo Classico Scientifico " C. Cavour " di Roma. All'ingresso dell'Istituto
si trova questa lapide:
In questo Liceo
Additò ai diletti discepoli
l'Amore alla Libertà
l'Odio alla
Gioacchino Gesmundo
Caduto alle Fosse Ardeatine
vittima della barbarie nazista
24 Marzo 1947
Su una parete una lastra in bronzo con inciso
un suo pensiero:
Io sono un apostolo della Libertà,
la mia esistenza è votata al suo servizio;
sono impegnato a tutto fare,
tutto osare tutto soffrire per essa.
Fossi io perseguitato e odiato per causa sua,
dovessi pur morire per essa, che farei di straordinario?
Non altro che il mio dovere assoluto
Nel 1943 aderisce al P.C. (clandestino) dopo un autonomo percorso ideologico
di rifiuto al fascismo, crea nella sua casa una base clandestina che per un
certo tempo è anche la redazione de " l'UNITA' " deposito di giornali
per lo smistamento della stampa antifascista nella zona e centro di riferimento
per ricercati che avevano bisogno di aiuto, era anche il ritrovo di tutti i
suoi allievi bisognosi di consigli e di affetto.
Era aperta a tutti e si sentiva felice quando si poteva intrattenere con loro,
sapere cosa facessero, dare consigli e parole di conforto e di speranza. Sentiva
che il suo compito non si esauriva fuori le pareti dell'aula, continuava le sue
preziose lezioni a casa, vero tempio di fede e di studio". (A. Marchini)
E' esponente di spicco della Resistenza Romana e collabora attivamente con M.
Fiorentini nella lotta partigiana con diverse azioni di disturbo e di attentati
agli automezzi nazifascisti in transito per alcune vie di Roma. E' arrestato
il 29/01/1944 dai militari della Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.) e condotto
in Via Tasso, dove subisce le torture più crudeli e sevizie per oltre
40 giorni fino al 22/03/1944 giorno del suo processo in cui è condannato
a morte e viene trucidato alle Fosse Ardeatine il 24/03/1944.
Così il Dottor Patara e alcuni suoi ex allievi lo ricordano nel video
realizzato dagli studenti del Liceo Scientifico "Cavour" di Roma nel 1990.
"Noi studenti abbiamo avuto
come professore Gesmundo per 3 o 4 anni, a secondo dei casi.
Manteniamo nel nostro cuore un ricordo splendido; di un uomo innanzitutto e di
un bravo maestro.
Noi non avevamo un professore severo, ma un amico, un fratello più grande,
non un padre; sì, proprio un fratello più grande.
Spiegandoci la Filosofia Lui ci faceva capire cos'era innanzitutto la Libertà,
ma lo faceva come può fare un filosofo, come lo può fare chi è veramente
convinto delle proprie idee, perciò non c'era propaganda. Nel mondo era
un asceta.
Era un poeta. Era più che un filosofo.
Era una persona che vedeva nei ragazzi uno strumento per far capire quale fosse
veramente la libertà per tutti.
Nel Museo Storico della Liberazione in Via Tasso, che fu il carcere, la sede
di torture e di sofferenza per tanti antifascisti è custodita la sua camicia
insanguinata.
Il 24/04/1948 gli viene conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Il 14/11/1960 gli viene intitolata a Roma in Piazza Cesare De Cupis, 20 (Tor
Sapienza) la Scuola Elementare dove ha insegnato al suo arrivo.
Il 30/09/1965 gli viene intitolata a Terlizzi in Via Salamone la Scuola Media
di Secondo Grado.
Ecco la lapide all'ingresso della Scuola.
"A GIOACCHINO GESMUNDO
nobile figura di pensatore
di educatore e di martire
che alle Fosse Ardeatine
consacrava all'eternità
i sacri ideali di libertà
di dignità umana e di Patria
col sacrificio supremo
memore la nuova generazione dedicò".
30 Settembre 1965
(Gioacchino Gesmundo)
|
|
Gioacchino
Gesmundo
Era un bravo comunista,
un grande professore
La "pietra
d'inciampo" per Gesmundo a Roma
( alunni delle terze classi della "Gesmundo" di Terlizzi)
vai
al sito
www.deportati4gennaio1944.it
|
|