2010 Scuola Elementare Ada Negri (IX Municipio) - Roma
   
Liceo Ginnasio
Ennio Quirino Visconti
Roma
 

Scuola Media
G. Gioacchino Belli
Roma

 
Scuola Elementare
Ada Negri
Roma
 
Liceo Artistico
Giorgio De Chirico
Roma
 

Istituto di Stato per la
Cinematografia e la Televisione Roberto Rossellini
Roma

 

Scuola primaria di Villa Pitignano,
8° Circolo Didattico
Perugia

 
 
 
 
 
 
 
Lettera aperta al Colonnello Eugenio PALADINI

Caro Eugenio,

fino ad oggi non sapevamo nemmeno che esistevi, non sapevamo minimamente quale fosse la tua storia.
Ti abbiamo conosciuto attraverso questo progetto e con questa lettera ti vogliamo dire che non sei stato dimenticato.
Tutti sappiamo cosa ti è accaduto in quei giorni, quali brutte esperienze hai vissuto e quali orribili cose è capace di fare l'uomo.
Sei vissuto nel nostro quartiere, probabilmente hai giocato nei nostri parchi e forse chissà ...! hai frequentato anche la nostra scuola.
Sappiamo della tua tragica fine; pur di non essere umiliato, non sopportare quelle offese e non arrenderti ai tedeschi hai rinunciato alla vita in nome di quella libertà che ci rende tutti uguali. Sei stato un uomo di valore e per noi sarai sempre da esempio.
Noi ti consideriamo infatti un eroe, non ti dimenticheremo e proprio per ricordarti per sempre siamo qui a pone la pietra d'inciampo.
Speriamo che almeno dove stai ora, tu stia bene.
Colonnello, sarai sempre con noi!

Gli alunni della V A della Scuola Ada Negri

 
La nostra ricerca
Settembre 1943 - periodo drammatico e triste per la nostra Patria

L'annuncio dell'armistizio (8 settembre 1943) per i militari italiani fu uno smarrimento frammisto di gioia e di incertezza. Le truppe italiane di stanza in Iugoslavia, Grecia e Albania che non si arresero ai tedeschi furono internate localmente o trasportate in campi di internamento in Polonia e in Germania.
La sera stessa dell' 8 settembre Kesselring aveva detto: "il Governo Italiano ha commesso il più infame dei tradimenti, le truppe italiane dovranno continuare la lotta al nostro fianco altrimenti non vi sarà clemenza per i traditori".
Per questo motivo nei giorni seguenti venne attribuita dallo stesso Hitler ai militari italiani catturati dopo l'8 settembre illegittimamente la qualifica di "internati" per farne dei prigionieri senza "status", senza tutela, privi di una nazione protettrice e senza l'assistenza della Croce Rossa Internazionale, totalmente alla mercé della potenza detentrice.
In Albania c'era la 9hArmata che comprendeva: la divisione "Arezzo" che fu fatta tutta prigioniera, la divisione "Brennero" che collaborò con la Repubblica sociale, le divisioni "Perugia" e "Puglia" che combatterono valorosamente contro l'armata tedesca scrivendo una importante pagina della Resistenza italiana.
Nel campo di Meppen il 24.10.1943 un ufficiale italiano, il colonnello di artiglieria E. Paladini, giunto la sera da Tirana, insieme con gli ufficiali del gruppo Armate dei Balcani, nella notte si uccide, non potendo sopportare le vessazioni inflittigli da un soldato tedesco, considerate lesive della sua dignità di uomo. Lo testimonia nel suo libro di memorie il cappellano Guido Visendax che consegnerà il doloroso testamento del colonnello alla famiglia a Roma. Dei maltrattamenti nei campi lo conferma la relazione dell'ufficiale maggiore Beniamino Andreatta inviata nell'agosto del 45 al Presidente del Consiglio che così rappresenta la condizione degli internati: "Malmenati, morsicati dai cani lupo aizzati dai guardiani, tutti assoggettati a pesanti coercizioni, umiliati, sottoposti a pesanti lavori, faticosi viaggi di trasferimento da campo a campo in vagoni bestiame, chiusi per giorni e giorni senza uso di latrine, sottoposti a periodiche perquisizioni, ad estenuanti appelli all'aperto, con qualsiasi condizioni di tempo senza facoltà di esonero neppure per gli ammalati".
Il campo di concentramento dove ha trovato la morte il colonnello Paladini era situato a Meppen, una città della Germania nord-occidentale, nello stato della Bassa Sassonia. Meppen si trova alla confluenza di quattro corsi d'acqua, infatti il nome Meppen deriva dalla parola mappe che significa delta. I lavori nel campo di Meppen erano fabbricare mattoni con l'argilla estratta da una cava che si trovava nel campo. Il campo fu operativo dal 1938 al 1945.
Vi morirono circa 55.000 persone.
Questi orrori non sì devono j più ripetere.

Gli alunni della V A della scuola Ada Negri