Christiane LÖHR
Kleines Gebirge , 2006-2007
Vetro, semi di edera
cm 46 Ø

«Tutto in questa città passata sembra dissolversi verso l'alto. Il sistema geometrico delle mura scorre verso il basso e si rivolge al ciclo della natura. In questo aleggiare tra natura e architettura rimane ferma Kleiner Gebirge» , l'opera realizzata per la sinagoga da Löhr. Piccola montagna, indica il titolo, per le rotondità, i picchi, gli avvallamenti. Gli stessi che in altre occasioni nomina   Kleiner Temple, piccolo tempio. Costruita con semi di edera, Kleiner Gebirge poggia sotto teca sul tavolo di marmo dell'aula dove si trova il forno per la cottura del pane azzimo, forse, in origine, il luogo di accoglienza.
Per Löhr, dunque, la sinagoga, come il resto dell'insediamento ostiense, è, in quanto rovina, architettura che scivola lentamente ma inesorabilmente verso quella natura dalla quale prima si ergeva sovrana. Il processo è oggi in fase di equilibrio dinamico: la direttrice verticale delle mura è compensata dal loro procedere orizzontale e sinuoso. Löhr interpreta strutturalmente e formalmente quel bilico: la sua microarchitettura, infatti, è costruita con elementi tratti dalla natura e compone la direttrice orizzontale e quella verticale nel profilo organico di guglie e pinnacoli. Quale il procedimento costruttivo? Nel corso di frequenti e prolungate perlustrazioni nella natura, Löhr raccoglie ogni sorta di elementi: crine di cavallo, soffioni, semi di edera, di canna, di cardi, di dente di leone, di agrimonia, di california, bardana, peli di cane, gambi di piante. Non li cerca, li trova per caso, a seconda del suo stato d'animo. La sensibilità nel farsi attrarre all'improvviso da foglie, piante, bacche o piccoli animali è davvero unica, ignota a chi pure frequenta quei luoghi da anni. Dopo il raccolto, Löhr porta il bottino a studio e lo mette da parte in attesa di ispirazione. Diversi per struttura, forma e colore, i suoi materiali hanno in comune il fatto di essere astratti. L'artista non utilizza cioè la natura per composizioni floreali ma per realizzare sculture, architetture e installazioni astratte; semi e bacche sono i suoi mattoni, gli elementi modulari da aggregare liberamente ma secondo regole da loro stessi dettate.