Jannis KOUNELLIS
Senza titolo, 2002
Gabbia di ferro e uccelli
cm 510x520x750
Una grande voliera ripopola il luogo con una moltitudine di esseri viventi. Una gabbia di ferro occupa due ambienti contigui; la sua altezza raggiunge la sommità delle quattro colonne originarie che segnalavano una volta il vano d’ingresso. La struttura, a tre piani, è allo stesso tempo imponente e leggera: ha l’ardire di chiudere uno spazio aperto da millenni ma anche la modestia di rispettarne le dimensioni originarie e, soprattutto, la visione globale che il suo stato di rovina consente da ogni punto. Trasparente, lo sguardo può attraversarla abbracciando l’intorno. È abitata da una folla «multietnica» di uccelli, la cui dimensione, colore, valore variano con il procedere in altezza: al piano terra i pavoni, sfarzosi e vanesi; simbolo di immortalità, attributo di Giunone, personificazione della superbia, ricorrono nei mosaici di epoca ellenistico-romana e, soprattutto, in quelli bizantini. Gli abitanti dei piani superiori, invece, sono assai meno ricchi e sgargianti, il loro colore vira al monocromo, mentre la dimensione diminuisce progressivamente. Questa sorta di prospettiva rovesciata accentua la verticalità dell’opera, e non solo in accezione fisica: verticalità, infatti, è per Kounellis sinonimo di centralità, identità, concentrazione, contrario di orizzontalità, globalizzazione, dispersione. Ripopolare oggi la sinagoga, simbolo dell’esilio, conferma la validità e vitalità della diaspora.