Emilio FANTIN
Il dormiente, 2002
letto, gommapiuma e tessuti
cm 200x100x60

Lungo il portico di Pio IX fiancheggiato da antiche botteghe, Il dormiente ci coglie di sorpresa, una presenza viva e inaspettata che ci accompagna, invisibile, in forma di respiro. Un letto bianco, immacolato, è increspato da una presenza umana della quale emerge solo, da lenzuola di lino ricamate, un ciuffo di capelli. L'inquietudine e lo spaesamento non sono tanto frutto della distanza fra una immagine privata e un ambiente aperto, aulico e in rovina, quanto del carattere illusionistico dell'immagine stessa. Un illusionismo che non è finzione di realtà, ma evocazione di un contesto intimo e familiare, lo stesso violato e strumentalizzato quotidianamente dai media a fini commerciali e pubblicitari. «Il dormire per me è il vero campo di battaglia... Un tipo di rituale, una mia personale liturgia che genera presenze che incontrano il pubblico. Così sarà anche in questa occasione. Questa presenza che io mi danno a figurare, a far 'apparire'. È simbolo di ciò che anima la memoria. La memoria esiste nella presenza, nell'esserci: la memoria di cui parlo è il letto bianco della morte innocente sempre presente nel suo respiro vitale»,