Lungo
il portico di Pio IX fiancheggiato da antiche botteghe, Il
dormiente ci coglie di sorpresa, una presenza viva
e inaspettata che ci accompagna, invisibile, in forma di
respiro. Un letto bianco, immacolato, è increspato da una presenza
umana della quale emerge solo, da lenzuola di lino ricamate,
un ciuffo di capelli. L'inquietudine e lo spaesamento non sono
tanto frutto della distanza fra una immagine privata e un ambiente
aperto, aulico e in rovina, quanto del carattere illusionistico
dell'immagine stessa. Un illusionismo che non è finzione
di realtà, ma evocazione di un contesto intimo e familiare,
lo stesso violato e strumentalizzato quotidianamente dai media
a fini commerciali e pubblicitari. «Il dormire per me è il
vero campo di battaglia... Un tipo di rituale, una mia personale
liturgia che genera presenze che incontrano il pubblico. Così sarà anche
in questa occasione. Questa presenza che io mi danno a figurare,
a far 'apparire'. È simbolo di ciò che anima
la memoria. La memoria esiste nella presenza, nell'esserci:
la memoria di cui parlo è il letto bianco della morte
innocente sempre presente nel suo respiro vitale», |
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