Ruth BERAHA
Golia, 2019
impronta scavata
 
"Una delle storie più conosciute della Torah è quella di Davide e Golia, dove il piccolo pastore abbatte il gigante prepotente col solo uso di un sasso, usato come arma e diventato simbolo di resistenza. La rappresentazione di questo racconto nella storia dell'arte è ricorrente e, con pochissime eccezioni, ci restituisce l'immagine di David con la sua fionda. Eppure, da qualche parte nella valle di Elah, a causa di un unico sasso un gigante è caduto, lasciando l'impronta del suo corpo morto nella sabbia del deserto. Credo che oggi sia importante aggiungere una nuova dimensione simbolica a questa storia, e dare forma a questa traccia nel sito archeologico di Ostia.
Per farlo, mi sono confrontata con il David per eccellenza, quello scolpito da Michelangelo. Ho calcolato la dimensione di Golia mettendo in proporzione le misure riportate nella Torah con quelle della scultura conservata alle Gallerie dell'Accademia di Firenze. Il risultato è un Golia di 7 metri che traccerò nella terra come se fosse l'impronta di un vero gigante. Una sorta di scultura in negativo, impressa nella terra, risultato tangibile di quella piccola pietra che non sappiamo più distinguere dalle altre. Quel che conta è che ci sia un pretesto per continuare a raccontare."