Relazione
sull'uscita del 21 dicembre a Via A. Torlonia (vai
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Venerdì 21 Dicembre la 2 C si è recata in
Via A. Torlonia 9, li dove viveva, prima della seconda guerra mondiale,
Carlo Finzi con sua moglie Fortunata Coen e i loro figli Adriana,
Enrico e Luciana. Carlo era un avvocato, funzionario della Camera
dei Deputati con l’incarico di direttore dei resoconti, diventato
famoso per avere scritto un trattato in cui si affermava l’importanza
e le motivazioni dell’indipendenza amministrativa, finanziaria
e giuridica del Parlamento. Dopo l’introduzione delle leggi
raziali del 1938 la sua famiglia fu emarginata, egli perse il suo
incarico alla Camera ed i figli furono allontanati dal Liceo Giulio
Cesare dove erano iscritti; dopo l’invasione tedesca dell’Italia,
il 16 ottobre 1943 l’intera famiglia fu arrestata e tutti furono
deportati nel campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Carlo
fu ucciso subito dopo il sua arrivo nel campo, mentre gli altri morirono
successivamente in luogo e data ignoti. Un artista tedesco davanti
alla loro casa ha voluto mettere cinque pietre d’ inciampo
una per ogni membro della famiglia. Queste pietre sono dei sanpietrini
dorati in cui c’ è scritto il nome del deportato e la
data e il luogo della morte; la prima di queste pietre fu messa a
Colonia in Germania e attualmente ve ne sono circa 22.000 in tutto
il mondo, davanti ai luoghi dove hanno vissuto famiglie di ebrei
deportati nei campi di sterminio. Siamo andati a vedere queste pietre
perché in questo periodo stiamo approfondendo la conoscenza
della cultura ebraica, della comunità ebraica di Roma e del
dramma della Shoah; infatti precedentemente siamo anche andati alla
sinagoga di Via Padova ed alcuni di noi hanno preso parte al progetto
BEIT visitando l’antico Ghetto di Roma e la Sinagoga centrale
che sta vicino all’isola Tiberina. Arrivati in Via Torlonia
abbiamo fatto queste due domande ai passanti : ‘’Sapete
perché ci sono queste pietre ?’’e ‘’Che
cosa ne pensa del museo della Shoah che stanno costruendo a Villa
Torlonia?’’. Quasi tutte le persone intervistate sapevano
che quelle pietre erano state messe lì per ricordare le vittime
della Shoah che vivevano in quel palazzo e inoltre tutti erano favorevoli
all’apertura del Museo.
Successivamente abbiamo lasciato Via Torlonia, siamo entrati a
Villa Torlonia dall’ingresso di Via Nomentana e ci siamo diretti verso l’uscita
secondaria per poi tornare a scuola dove siamo arrivati verso le ore 13,40. Durante
l’attraversamento della villa abbiamo continuato le interviste ai passanti
ed inoltre abbiamo incontrato una signora che ci ha parlato brevemente delle
catacombe Ebraiche che stanno sotto la villa.
Alessandro Catanoso