Alberto Di Segni
Municipio VIII
Via del Porto Fluviale, 35 - Roma
11 gennaio 2017

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Dai frammenti d’infanzia in tempo di guerra alle pietre d’inciampo.
In memoria della famiglia Di Segni-Fiorentino

Uno dei meriti delle pietre d’inciampo è di costringerci a sapere e a ricordare che il crimine del 16 ottobre 1943 non fu consumato soltanto nel Ghetto, ma in tutta Roma. La retata si protrasse per nove ore, sotto gli occhi di tutti. Due sorelline “ariane” di sette e undici anni videro, affacciate sulle scale, portar via dal pianerottolo di sotto una donna e i suoi tre figli (due maschi e una femmina).
Certo poi seppero, esecrarono, ma il ricordo presto sfumò, uno fra tanti frammenti di “infanzia e adolescenza in tempo di guerra” (childhood and coming-of-age in wartime). Così giunse anche a me, nato cinque anni dopo in quella casa, terzogenito fratello delle due testimoni; non tanto un ricordo, piuttosto una pallida ombra sperduta in un angolo del gran libro delle memorie familiari. Furono le pietre d’inciampo, viste davanti a un palazzo fuori dal Ghetto, a evocare poco a poco la vaga coscienza di un dovere. “Sì, la sora Colomba!” ricordavano le mie sorelle; “diceva, mentre la portavano via, ‘ma perché, che abbiamo fatto?’”. Dei figli ricordavano solo la ragazza; ovvio, perché per loro quella bella “moretta” romana era “grande”, benché avesse appena diciassette anni; e “paradigmatica” perché stava per sposarsi. Proprio provando l’abito da sposa la sarta le aveva detto che doveva dimagrire: troppo pane, meglio i grissini: e lei aveva obbedito – ricordavano le mie sorelle – senonché di grissini se n’era mangiato un pacco intero …
Con questi riferimenti è stato facile accertare, dal database del CDEC, che la “sora Colomba” era la signora Colomba Di Segni in Fiorentino (nata a Roma, 6 giugno 1902), e che fu arrestata insieme ai tre figli Leone (1.9.1924), Fortunata (17.6.1926) e Lello (15.4.1929) Fiorentino, tutti periti ad Auschwitz. Qui morirono pure il marito Salvatore Fiorentino (29.4.1902) che, secondo il CDEC, fu arrestato però a Milano il 16 novembre, e il fratello minore Alberto Di Segni (Viterbo 28.5.1913) lui pure arrestato a Roma. L’archivio fotografico del CDEC conserva una fototessera di Alberto e una foto amatoriale in cui Salvatore Fiorentino è ritratto insieme ad altre sette persone, presumibilmente anche loro ebrei: sono tutte persone distinte, in giacca e cravatta, con in mano ramazze da scopino; sono all’aperto in ampio cortile all’interno di un complesso di architettura fascista (forse la Città Universitaria?).

(Virgilio Ilari)