Clementina Sacerdote
Municipio II
Via Livorno, 27 - Roma
11 gennaio 2017

<<<

In ricordo di Clementina Sacerdote

Clementina Sacerdote, nei primi anni Settanta dell’Ottocento, giovanissima, sposò Salvatore De Benedetti , e lo seguì a Roma dove, fino alla deportazione, ha vissuto. Ha attraversato dolori - il più sofferto, la scomparsa prematura della più giovane delle tre figlie - ma ha incontrato anche affetti e gioia. Un legame profondo la univa al nipote Dionisio, nostro padre. Clementina Sacerdote fu deportata il 16 ottobre 1943, aveva compiuto da poco più di un mese 81anni.
Quel giorno, di prima mattina, le SS si sono presentate alla porta della sua abitazione, cercavano tre persone: Clementina Sacerdote, Giuseppina De Benedetti, sua figlia, e Dionisio Bedetti, suo nipote. Trovarono soltanto lei, convalescente da una polmonite superata faticosamente, in compagnia dell'infermiera che l'assisteva. Nell'appartamento accanto si trovava Massimo Aloisi, cognato di Dionisio Bedetti e partigiano comunista. Con coraggio si intromise: parlò con le SS, conosceva il tedesco, si qualificò come medico, era professore di Patologia generale presso l'Università La Sapienza di Roma, spiegò come le condizioni di salute di Clementina fossero gravi, li invitò quindi a lasciarla morire nella sua casa.
Fu inutile, la strapparono via per sempre. Il dolore dei familiari, scampati casualmente dalla deportazione, fu tale da non poter essere mai elaborato.
Una piccola lapide posta sulla tomba di famiglia scandisce: “ Lo strazio scolpisce la memoria della dolce Clementina Sacerdote deportata il 16 ottobre 1943”.
Lo strazio li ha portati a rifuggire dal parlarne e a credere, senza cercare conferme, che Clementina fosse morta all'inizio del terribile viaggio. Nessuna sofferenza, invece, le è stata risparmiata, è sopravvissuta al viaggio ed è stata assassinata a Birkenau il giorno dell’arrivo: il 23 ottobre 1943.