Remo SALVADORI
Continuo Infinito Presente, 2007
cavo in acciaio
cm 800 x 3Ø

«Veglia secolare cura le rovine inclinate» è il pensiero di Salvadori per Continuo Infinito Presente nella sinagoga di Ostia. La memoria, che attraverso i secoli garantisce a quel luogo la sua sacralità, è affidata oggi alla veglia laica di un artista contemporaneo. È una corda di ferro che costruisce un cerchio perfetto, senza inizio né fine. Ha una lunga storia nel percorso di Salvadori. Concepito nei primi anni Ottanta nella misura ridotta di 22 centimetri, fa la prima apparizione pubblica nel 1985 alla galleria Locus Solus di Genova, su una parete, come un'icona. E quella postazione mantiene anche altrove per oltre dieci anni. In occasione della retrospettiva al museo Pecci di Prato nel 1997, però, Salvadori decide di trasferirlo dalla parete nello spazio. Il passaggio è radicale: da oggetto di contemplazione a oggetto in dialogo con l'architettura e il corpo. La crescita del diametro da pochi centimetri a qualche metro ne modifica sostanzialmente la «facoltà spaziale». Così lo incontriamo a Vienna nel 1996, a Milano tre anni dopo, e poi a Berlino. La soluzione del 2001, nella Manifattura d'Arte Manifattura Tabacchi di Firenze, conferma il radicamento all'architettura. Continuo Infinito Presente , infatti, del diametro di 5 metri, abbraccia una colonna mentre sulla parete il nome a caratteri cubitali di Emil Molte è un omaggio all'industriale tedesco che per primo commissiona a Rudolf Steiner una scuola aziendale.
A Ostia l'anello è di ferro e poggia nell'aula principale della sinagoga, vigilato dalle quattro colonne superstiti. Abbraccia e coagula una miriade di frammenti lapidei: uno di questi vi appartiene come una pietra all'anello mentre un altro è sorprendentemente simile a Momento , la serie inesauribile di fogli di piombo che dal 1973 Salvadori taglia e piega con destrezza, a costruire un intricato ricamo di vuoti e pieni, di luci e ombre, tutti diversi come mostrano le pareti su cui proliferano. A Ostia Continuo Infinito Presente riserva una sorpresa: svela nelle rovine l'enigma della sua costruzione. Al settimo giro, i capi della corda avvolti intorno all'anima che gli dà forma, prendono il suo posto, avvinghiati per sempre. Un luogo nel luogo: da lì, il giorno dell'inaugurazione, i convenuti hanno ascoltato le ragioni di «Arteinmemoria».