Sara ENRICO
Mirroring, 2017
stampa digitale in sublimazione su tessuto
poliestere, cucitura in filato sintetico
Mirroring indaga la dimensione dell’acqua, una membrana in grado di ridefinire ciò che vediamo, mettendo in luce la transitorietà e l’ambiguità della visione. Essa è anche l’elemento con il quale il nostro corpo vive l’esperienza diretta di un passaggio e di una connessione tra ambienti diversi, ma contigui. Entrando nell’architettura della Sinagoga, troviamo alcune tracce di mosaici, uno dei quali si presume componesse il fondo di una vasca d’acqua per le abluzioni rituali. Questi riferimenti relativi all’architettura e al contesto si sono giustapposti alla volontà di rendere nel lavoro una coesistenza di linguaggi e narrazioni. La pelle delle cose si traduce in un’estetica del sensibile, ogni forma di conoscenza - e di memoria - è infatti mediata dalle superfici, codici interpretabili e cangianti che determinano una prima lettura culturale di ciò che è intorno a noi.
Tra i volumi stratificati del sito saranno posizionati, cercando una specularità, due tessuti tecnici sui quali alcuni disegni emergono dalle textures digitali ed una cucitura li ripercorre. Una trama complessa e fluida che intreccia processi e lavorazioni in una continuità organica.