Con
una scala di tubi Innocenti Umbaca tenta la scalata del Campidoglio,
per poi ridiscendere dalla parte opposta. «Questo modo
di ‘tirare dritto’, superando qualsiasi ostacolo,
dominando dall’alto, è un concetto degli antichi
romani», spiega. Il Campidoglio, infatti, è emblematico
della concezione urbanistica romana: è nel cuore del
castrum, all’incrocio fra il cardo e il decumano, assi
generatori di un impianto a scacchiera destinato a crescere
uguale a se stesso. Eppure, se è vero che Roma non
applica al suo interno lo schema che esporta nelle colonie,
lo sviluppo successivo di Ostia contraddice clamorosamente
la griglia per assecondare invece la struttura viaria precedente,
irregolare e sinuosa. Così, se in epoca imperiale gli
episodi monumentali si succedono lungo il decumano, le abitazioni
e le botteghe seguono altre vie. Vista l’impossibilità
di dedurre dal castrum la struttura dell’intera città,
Umbaca offre al visitatore la possibilità di scrutarla
dall’alto, avvistando la sinagoga, consentendo di «pensare
liberamente attraverso la frammentazione dei resti/ruderi,
immaginare e ricostruire la storia del luogo e allo stesso
tempo vedere possibili forme che potrebbero apparire/emergere».
Ammette di essere stato colpito dalla episodicità dei
resti, dalla segmentazione delle linee dei muri di mattoni
ricoperti da un modellato di cemento, «come se vi avesse
nevicato sopra». Tale segmentazione, nota, «forma
una specie di anamorfosi astratta, sulla quale non sentirei
il bisogno di intervenire. In fondo la memoria non ha bisogno
di interventi concreti ma solo di evidenziare ciò che
già esiste. Il modellato di cemento ha già modificato
l’originale, la memoria ha già subito un intervento,
io non faccio altro che renderlo visibile». |
|