Memorie d’inciampo a Roma: quarta edizione 14-15
gennaio 2013
SOTTO L'ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Progetto promosso da: Museo Storico della Liberazione; Federazione
delle Amicizie Ebraico Cristiane di Italia; ANED (Associazione
Nazionale ex Deportati); ANEI (Associazione Nazionale ex Internati);
Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea)
Con il Patrocinio dell’ Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e della Comunità Ebraica di Roma
Organizzazione: Associazione arte
in memoria
Il progetto consiste nell’installazione di 35 nuove
Stolpersteine (pietre d’inciampo) nei marciapiedi prospicienti
le abitazioni di deportati razziali e politici.
I Municipi coinvolti nella quarta edizione sono 4: Municipio I (Centro Storico);
Municipio II (Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Trieste); Municipio
IX (Prenestino Labicano, Tuscolano, Appio Latino); Municipio XVII
(Borgo, Prati); Municipio XVIII (Aurelio, Trionfale, Primavalle).
Il progetto, a cura di Adachiara Zevi, si avvale
di un Comitato scientifico composto da: Anna Maria Casavola, Annabella
Gioia, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia, Michele
Sarfatti; e di un Comitato organizzativo composto da: Marina Fiorentino,
Annabella Gioia, Elisa Guida, Daniela Mantarro, Eugenio Iafrate,
Sandra Terracina.
Per la quarta edizione di “memorie d’inciampo”,
l’artista
tedesco Gunter Demnig sarà a Roma
il 14
e 15 gennaio 2013 per
installare personalmente le pietre d’inciampo.
L’idea di Demnig risale al 1993 quando l’artista è invitato
a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom
e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo
la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista
decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e
alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a
seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, rom, omosessuali.
Un segno concreto e tangibile ma discreto e antimonumentale, a conferma
che la memoria non può risolversi in appuntamento occasionale
e celebrativo ma costituire parte integrante della vita quotidiana.
Sceglie dunque il marciapiede prospicente la casa in cui hanno vissuto
uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre
d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni
standard (10x10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello
stradale, perché di ottone lucente. Su di essa sono incisi:
nome e cognome del/lla deportato/a, età, data e luogo di deportazione
e, quando nota, data di morte
Il giorno e l’ora della collocazione delle pietre è annunciata
agli inquilini da una lettera del Municipio in cui si spiega che
il progetto vuole “ricordare abitanti del quartiere uccisi
e perseguitati dai fascisti e dai nazisti, deportati, vittime del
criminale programma di eutanasia o oggetto di persecuzione perché omosessuali”.
L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe
chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali
abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a
quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente,
la memoria e l’attualità.
I primi “Stolpersteine” sono stati installati a Colonia nel 1995;
da allora a oggi ne sono stati distribuiti oltre
33.000 in diverse
città tedesche ed europee.
Invitato per la prima volta in Italia nel 2010, Gunter
Demnig ha consentito
al nostro paese di entrare a far parte di questo grande
circuito internazionale della memoria.
Gli Stolpersteine sono finanziati da sottoscrizioni private; il
costo di ognuno,
compresa l’installazione, è di 120 euro.
Presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo
uno “sportello” curato da Daniela Mantarro,
con la collaborazione di Elisa Guida. A loro possono rivolgersi quanti
intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione
di una Stolpersteine davanti alla sua abitazione.
Il sito web www.memoriedinciampo.com, realizzato
da Giovanni D’Ambrosio
e Paolo La Farina, documenta interamente le prime tre edizioni: la
mappa dei luoghi dove sono stati installati i sampietrini, fotografie,
film e testimonianze, il lavoro svolto dagli studenti che hanno aderito
al progetto didattico, testi storici e critici relativi alla deportazione
di ebrei, politici e militari, un profilo biografico dell’artista
e una vastissima rassegna stampa.
Alla quarta edizione sarà nuovamente affiancato il progetto
didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina: ogni Municipio coinvolto
sceglie una o più scuole cui affidare una ricerca storica
sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. I
risultati delle ricerche saranno pubblicati, come i precedenti, sul
sito. I Municipi sono coadiuvati dal Progetto Memoria della Fondazione
CDEC e del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di
Roma, dalla FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti) – Sezione
Roma e Regione Lazio e dall’Irsifar (Istituto Romano per la
Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza). |