2012 ROMA
 
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Memorie d’inciampo a Roma: terza edizione 9-12 gennaio 2012

Progetto promosso da: Museo Storico della Liberazione; Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane di Italia; ANED (Associazione Nazionale ex Deportati); ANEI (Associazione Nazionale ex Internati); Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea).

Con il Patrocinio della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Con il Patrocinio e il sostegno della Comunità Ebraica di Roma
Con il sostegno della Parrocchia di Santa Maria ai Monti

IIl progetto consiste nell’installazione di 72 Stolpersteine (pietre d’inciampo) nei marciapiedi prospicienti le abitazioni di deportati razziali, politici e militari.

I Municipi coinvolti in questa terza edizione sono 7: Municipio I (Centro Storico); Municipio II (Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Trieste); Municipio III (Castro Pretorio, Nomentano, Tiburtino); Municipio V (Tiburtino), Municipio XVI (Portuense, Gianicolense, Pisana); Municipio XVII (Borgo, Prati); Municipio XVIII (Aurelio).

Il progetto, a cura di Adachiara Zevi, si avvale di un Comitato scientifico composto da: Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia, Michele Sarfatti; e di un Comitato organizzativo composto da: Marina Levi Fiorentino, Stefano Gambari, Annabella Gioia, Elisa Guida, Eugenio Iafrate, Sandra Terracina.

Per la terza edizione di “memorie d’inciampo”, l’artista tedesco Gunter Demnig sarà a Roma dal 9 al 12 gennaio per installare personalmente le pietre d’inciampo.

L’idea di Demnig risale al 1993 quando l'artista è invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All'obiezione di un'anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l'artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell'esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, rom, omosessuali. Un segno concreto e tangibile ma discreto e antimonumentale,   a conferma che la memoria non può risolversi in appuntamento occasionale e celebrativo ma costituire parte integrante della vita quotidiana.

Sceglie dunque il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (10x10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello stradale, perché di ottone lucente.
Su di essa sono incisi: nome e cognome del/lla deportato/a, età, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di morte.

Il giorno e l’ora della collocazione delle pietre è annunciata agli inquilini da una lettera del Municipio in cui si spiega che il progetto vuole “ricordare abitanti del quartiere uccisi e perseguitati dai fascisti e dai nazisti, deportati, vittime del criminale programma di eutanasia o oggetto di persecuzione perché omosessuali”.
L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.

Le prime “Stolpersteine” sono state installate a Colonia nel 1995; da allora a oggi ne sono state distribuite ben 27.000 in diverse città tedesche ed europee.

Invitato per la prima volta in Italia nel 2010, Gunter Demnig ha consentito al nostro paese di entrare a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria.

Le Stolpersteine sono finanziate da sottoscrizioni private; il costo di ognuna, compresa l’installazione, è di 100 euro.

Presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo uno “sportello” curato da Stefano Gambari, con la collaborazione di Elisa Guida. A loro possono rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di una Stolpersteine davanti alla sua abitazione.

Il sito web www.memoriedinciampo.com, realizzato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina, documenta interamente le prime due edizioni: la mappa dei luoghi dove sono stati installati i sampietrini, fotografie, film e testimonianze, il lavoro svolto dagli studenti che hanno aderito al progetto didattico, testi storici e critici relativi alla deportazione di ebrei, politici e militari, un profilo biografico dell’artista e una vastissima rassegna stampa.

Alla terza edizione sarà nuovamente affiancato il progetto didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina: ogni Municipio coinvolto sceglie una o più scuole cui affidare una ricerca storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. I risultati delle ricerche saranno pubblicati, come i precedenti, sul sito. I Municipi sono coadiuvati dal Progetto Memoria della Fondazione CDEC e del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, dalla FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti) – Sezione Roma e Regione Lazio e dall’Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza).