2010 ROMA
 
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Memorie d’inciampo a Roma 28 gennaio 2010

Progetto promosso da: Museo Storico della Liberazione; Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane di Italia; ANED(Associazione Nazionale ex Deportati); ANEI(Associazione Nazionale ex Internati); Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea);Incontri Internazionali d’Arte.

Con il Patrocinio della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma

Hanno dato la loro adesione i Municipi: I, II, VI, IX, XVI, XVII (Centro storico, Flaminio, Quadraro, Appio Tuscolano, Monteverde, Prati)

Il progetto consiste nell’installazione di 30 Stolpersteine (pietre d’inciampo) nei marciapiedi
prospicienti le abitazioni di cittadini romani deportati razziali, politici, militari e per lavori
coatti.

Il progetto, a cura di Adachiara Zevi e coordinato dagli Incontri Internazionali d’Arte, si
avvale di un Comitato scientifico costituito da:
Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela
Procaccia, Michele Sarfatti .

Il progetto sarà inaugurato dall’artista tedesco Günter Demnig in occasione della prossima
Giornata della Memoria, il 28 gennaio 2010.

L’idea di Demnig risale al 1993 quando l’artista è invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, rom, omosessuali. Un segno concreto e tangibile ma discreto e antimonumentale, a conferma che la memoria non può risolversi in appuntamento occasionale e celebrativo ma costituire parte integrante della vita quotidiana.

Sceglie dunque il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (10x10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello stradale, perché di ottone lucente. Su di essa sono incisi: nome e cognome del/lla deportato/a, età, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di morte.

Il giorno e l’ora della collocazione delle pietre è annunciata agli inquilini da una lettera del Municipio in cui si spiega che il progetto vuole “ricordare abitanti del quartiere uccisi e perseguitati dai fascisti e dai nazisti, deportati, vittime del criminale programma di eutanasia o oggetto di persecuzione perché omosessuali”. L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.

Le prime “Stolpersteine” sono state installate a Colonia nel 1995; da allora a oggi ne sono state distribuite oltre 22.000 in diverse città tedesche ed europee.

Invitato per la prima volta in Italia da Adachiara Zevi e dagli Incontri Internazionali d’Arte, il 28 gennaio 2010 Gunther Demnig installerà a Roma le prime Stolpersteine italiane consentendo così al nostro paese di entrare a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria.

Gli Stolpersteine sono finanziati da sottoscrizioni private; il costo di ognuna, compresa l’installazione, è di 100 euro.

Il progetto prende avvio il 28 gennaio 2010 per proseguire nel tempo con l’apertura di uno “sportello” presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia a Roma e curato dal dott. Stefano Gambari. A esso potranno rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di una “Stolpersteine” davanti alla sua abitazione.

All’installazione delle “Stolpersteine” il 28 gennaio seguirà la costruzione di un sito web “Memorie d’inciampo a Roma”, dove sarà possibile trovare la mappa dei luoghi dove sono installati i sampietrini della memoria, l’intera documentazione fotografica e filmica della giornata del 28 gennaio 2010, il lavoro svolto dagli studenti che hanno aderito al progetto didattico, testi storici e critici relativi alla deportazione di ebrei, politici e militari, un profilo biografico dell’artista e la rassegna stampa.

Quanto al progetto didattico: ogni Municipio coinvolto sceglie una o più scuole cui affidare una ricerca storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. Il 28 gennaio, nel corso dell’installazione, gli studenti leggono anche solo parzialmente il risultato del loro lavoro, che sarà invece pubblicato interamente sul sito web. I Municipi sono coadiuvati dal Progetto Memoria della Fondazione CDEC e del Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma, dalla FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti) – Sezione Roma e Regione Lazio e dall’Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza).