Municipio I
Via Urbana, 2 - Roma
9 gennaio 2012

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Don Pietro Pappagallo

Nato a Terlizzi il 28 giugno 1888, fu ordinato sacerdote il 3 aprile 1915. Trasferitosi a Roma nel 1925 fu padre spirituale delle Suore Oblate di via Urbana e vice parroco della basilica di S. Giovanni in Laterano.
Durante l’occupazione nazista collaborò alla lotta clandestina e, presso il convento del Bambin Gesù in via Urbana, ospitava e aiutava i perseguitati dal regime: partigiani, ebrei, soldati sbandati e alleati. Come don Giuseppe Morosini e altri sacerdoti aveva scelto il suo posto accanto agli antifascisti e ai patrioti.
In seguito ad una dilazione venne arrestato dalle SS il 29 gennaio 1944, condannato a morte fu assassinato il 24 marzo 1944 nell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Il presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi gli ha conferito il 13 luglio 1998 la medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione:

Sacerdote della diocesi di Roma, durante l’occupazione tedesca collaborò intensamente alla lotta clandestina e si prodigò in soccorso di ebrei, soldati sbandati, antifascisti ed alleati in fuga dando loro aiuto per nascondersi e rifocillarsi. Tradito fu consegnato ai tedeschi, sacrificando la sua vita con la serenità d’animo, segno della sua fede, che sempre lo aveva illuminato.

Giovanni Paolo II, in occasione del giubileo dell’anno 2000, ha incluso don Pietro Pappagallo tra i martiri della Chiesa del XX secolo.
Alla sua figura si è ispirato Roberto Rossellini per il film “Roma città aperta”.