Municipio VI (ora V)
Via Romanello da Forli 34 - Roma
28 gennaio 2010
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Fernando Nuccitelli nasce a Roma il 19 gennaio 1903.
La sua famiglia, originaria di Scurcola Marsicana, in provincia dell'Aquila, si trasferisce alla fine dell'Ottocento a Roma, prima a via Monza poi al Pigneto, in via Romanello da Forli 34. Come il resto della famiglia, è un operaio. Lavora come pittore decoratore nel campo dell'edilizia. Si distingue come antifascista e nel 1923, subito dopo la marcia su Roma, si iscrive alla Federazione Giovanile Comunista d'Italia (Fgcd'I). Dal 1924 fino alla metà del 1925 ne diviene il Segretario romano. Nel 1926, dopo le leggi “fascistissime”, il Partito Comunista viene soppresso. E’ ricostituito clandestinamente, in parte in Italia, in parte in esilio, a Parigi e a Mosca.
Fernando, divenuto funzionario della Federazione, fa parte di quella generazione di militanti di estrazione popolare che tennero in vita il partito popolare nella clandestinità, tessendo le reti sovversive sul territorio e nei luoghi di lavoro e mantenendo costanti rapporti con la Centrale all'estero.

Nel dicembre 1927, con il nome di battaglia di Mirò, si reca sotto falso nome a Zurigo, per partecipare a un incontro del Partito. Sorvegliato dall'OVRA, il 7 maggio 1928 è arrestato come componente dell'organizzazione comunista facente capo a Giuseppe Amoretti. E' condannato a quattro anni e sei mesi, con l’aggiunta di tre anni di vigilanza speciale per cospirazione contro i poteri dello Stato. Il 3 dicembre 1932 cessa la vigilanza speciale, in seguito all'amnistia concessa da Mussolini per l'anniversario della marcia su Roma. Ricomincia subito a fare attività politica all'interno della Federazione romana, stringendo un rapporto molto stretto con Edoardo D'Onofrio. Nel 1936, dopo una parentesi di allontanamento dal Partito, è incaricato di riorganizzare l'attività a Roma e nei Castelli Romani. La cospirazione contro il regime cambia forma: la struttura a cellula è sostituita da quella a catena. Ogni militante conosce e ha rapporti solo con il reclutante. I luoghi d'incontro privilegiati sono le osterie e le trattorie popolari. Al Pigneto Fernando incontra i compagni al bar di via Macerata 41/43. Viene individuato ed arrestato il 25 marzo 1937. La condanna del Tribunale Speciale, per la ricostruzione del Partito Comunista, è questa volta a dieci anni di prigione, di cui due condonati, e alla libertà vigilata. Sconta la pena prima a Fossano (CN), poi nel carcere di Civitavecchia, poi in quello di Castelfranco Emilia.


Caduto il regime fascista, viene liberato nell'estate del 1943. Dopo l'occupazione nazista di Roma, per precauzione, si rifugia per alcuni mesi sulle montagne abbruzzesi insieme a Luchino Visconti, Massimo Girotti e ai cugini Settimio e Garibaldi. Lì conosce una ragazza ebrea, di cui si innamora, che porterà con sé al Pigneto, nascondendola. Ora sono in undici a vivere nella casa di via Romanello da Forli.
Il 19 dicembre 1943, per compiere arresti mirati, il Comando tedesco anticipa il coprifuoco di due ore. Fernando, in quanto pericoloso sovversivo comunista, viene arrestato dagli agenti di Pubblica Sicurezza del Commissariato Porta Maggiore nella sua abitazione, di fronte alla madre e alle nipoti.
Il 21 dicembre viene incarcerato a Regina Coeli per disposizione dell’Ufficio politico della Questura.
Il 4 gennaio 1944 “richiesto questura” viene deportato.
Il 13 gennaio 1944 viene immatricolato al KL Mauthausen con il n.42154.
Insieme ad altri viene assegnato al blocco della quarantena. E’ poi smistato nel sottocampo di Ebensee a scavare gallerie sotterranee nelle quali il nazismo sperava di costruire l’arma segreta che avrebbe raddrizzato le sorti della guerra di Hitler.
A Ebensee muore il 23 marzo 1944.

a cura dell’associazione culturale SNIA e del sito
www.deportati4gennaio1944.it


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