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Silvana Di Nepi: mia
madre
la conoscevano tutti come "la
Borelli"
Il 16 ottobre del '43 avevo
23 anni. Quella mattina ero in casa con i miei genitori in via Po. Purtroppo
nessuno ci aveva avvertito di quanto stava succedendo, così, quando
i tedeschi bussarono, mia madre andò tranquillamente
ad aprire la
porta. Papà era gravemente
malato e proprio quella mattina ci sarebbe dovuto essere un consulto con
il professor Frugoni.
La
mamma, che aveva allora 46 anni, era molto bella, la conoscevano in tutta
Roma come «la Borelli» per via della
sua somiglianza con la celebre diva del muto. Quella mattina furono presi
tutti e due. lo riuscii a sgattaiolare nell'appartamento dei nostri vicini
che avevano le finestre sul cortile. Sotto le finestre c'era una pensilina.
Mi ci sono buttata, per fortuna senza farmi male.
Da lì sono riuscita
a raggiungere la casa di un'amica cattolica .
Mio
padre e mia madre non sono più torna ti. Ho saputo più tardi
che mio padr e morì sul treno e fu scaricato alla stazione di Padova.
La mamma seguì la sorte degli altri e morì ad Auschwitz.
Di
loro mi è rimasto un biglietto
gettato dal treno e che fu recapitato fortunosamente alla nostra portiera.
Nel biglietto mi chiedevano ves titi di ricambio e generi di prima necessità.
(Silvana Di Nepi)
Piero Melograni - Corriere della Sera,
18 Novembre 1992
A Roma, il sedici ottobre del 1943, vidi con
i miei occhi le SS deportare gli ebrei.
Una famiglia abitava nel mio palazzo
e gestiva in via Po un negozio di biancheria, sulla cui insegna era scritto: "Le calze belle".
Una
delle ragazze si salvò gettandosi dal mezzanino, ma i genitori furono
catturati e non fecero più ritorno.
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