Perla Emma Caviglia, Italia Zarfati, Leo Zarfati e Rosa Zarfati
Municipio II
Via Padova, 90 - Roma
9 gennaio 2018
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Roma, Emma Perla Caviglia e Vittorio Zarfati nel giorno del loro matrimonio

Perla Emma Caviglia era nata a Velletri (RM) il 10 settembre 1910 da Samuele e Rosa Tedeschi.
All’inizio degli anni Trenta, sposò Vittorio Zarfati, dal quale ebbe quattro figli: Rosa, nata a Velletri il 19 febbraio 1935; Leo, nato a Roma il 28 dicembre 1936; Italia, nata a Roma il 14 gennaio 1940 e Giancarlo, nato a Roma nel 1942, che morì prima della deportazione.

 
Foto di gruppo in occasione di un matrimonio, Roma, 1942. Particolare.
Il bambino in prima fila che guarda alla sua destra è Leo Zarfati. La bambina in seconda fila a destra è Rosa Zarfati.
 

 Foto di gruppo in occasione di un matrimonio, Roma, 1942. Particolare.
Al centro della fotografia, Emma Perla Caviglia con in braccio la figlia Italia Zarfati
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Vittorio lavorava come agente di commercio, Perla Emma era casalinga e badava alla cura dei figli e della casa. Nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, anche la famiglia Zarfati fu esclusa dal resto della società italiana.
Scoppiò la guerra, l’Italia partecipò al fianco di Hitler. Vennero poi il 25 luglio e l’8 settembre del 1943. Roma fu occupata e la famiglia si rifugiò a Velletri, ospite nella piccola casa dai genitori di Perla Emma. Proprio la mattina del 16 ottobre, Perla Emma decise di portare i bambini a Roma, stare in casa per un po’ e fargli il bagno in tranquillità, dato che la casa dei genitori era piccola, sovraffollata e con un bagno solo. Prese la corriera e arrivò in Via Padova 90. Irruppero le SS, che arrestarono la donna e i suoi figli.
La sera, Vittorio (marito di Perla Emma e padre dei bambini) e Samuele e Rosa Tedeschi (genitori di Perla Emma e nonni dei bambini) non li videro rientrare. Vittorio li cercò a Roma, per giorni; venne a sapere della razzia da un inquilino del palazzo da dove la sua famiglia era stata prelevata. Era rimasto solo.
Nel frattempo, la moglie e i figli, costretti a salire su un camion, erano stati portati al Collegio militare di via della Lungara. Dopo due giorni, il 18 ottobre 1943, insieme a oltre 1.000 ebrei razziati, furono deportati ad Auschwitz-Birkenau. Vi arrivarono dopo sei giorni di un viaggio drammatico, al freddo, senza cibo e con pochissima acqua.
Perla Emma Caviglia e i suoi figli, Rosa, Leo e Italia, furono assassinati il giorno stesso dell’arrivo, il 23 ottobre 1943. Perla Emma aveva da poco compiuto 33 anni. La figlia maggiore, Rosa, aveva 8 anni; Leo non ne aveva ancora compiuti 7 e Italia ne aveva 3.
A Velletri, la scuola elementare di Via Piazza di Mario è stata intitolata a Rosa Zarfati.
Rosa Zarfati

Vittorio Zarfati, sopravvissuto alla moglie e ai figli, ha sempre parlato molto poco della sua storia. “Ogni tanto”, ricorda il genero, “soprattutto con i miei figli, parlava di Rosa, raccontava qualche aneddoto, ricordava la sua Rosita”.
Si è risposato e in seconde nozze ha avuto due figli. Ha continuato a fare l’agente di commercio fino a tarda età e ha lavorato nel cinema. È morto nel 1991, a 86 anni.


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