Municipio I
Via Madonna Dei Monti, 82 - Roma
9 gennaio 2012

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La famiglia Di Consiglio. Una storia tragica

E' una famiglia particolarmente sfortunata quella di Mosè e Orabona Di Consiglio. Hanno dieci figli, tra i quali Ester, la madre di Giulia Spizzichino: è quest’ultima che ora sostiene sulle sue spalle il testimone della loro terribile storia.
Il figlio maggiore di Mosè, Salomone detto Pacifico, vive a San Lorenzo, ma la casa viene distrutta dal bombardamento del 19 luglio, così si sposta – con la moglie Gemma Di Tivoli ed i loro nove figli - in via Madonna dei Monti, dove vivevano e avevano il negozio i suoi genitori.
Dopo il 16 ottobre, la famiglia di Giulia si nasconde in via Guido Reni, ma a causa di uno strano episodio con un ufficiale nazista, si sposta dalla zia Gemma al Rione Monti, di fronte ai nonni.
Invece, nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, le due nuore di Mosè, Celeste ed Enrica con i loro bambini si erano fermate a dormire a casa delle rispettive madri in piazza Giudia e vengono prese nella razzia. Due giorni dopo, con gli altri oltre mille ebrei romani, sono mandati a Auschwitz; Celeste e i bambini verranno uccisi all'arrivo, Enrica sopravvive alla selezione, ma morirà poi in luogo e data ignoti.
I mariti Cesare e Graziano si salvano dalla razzia del ghetto, ma non sono poi risparmiati: Cesare sarà ucciso alle Fosse Ardeatine mentre Graziano, preso per strada, si ritrova a Fossoli con il resto della famiglia, arrestata su delazione il 21 marzo del 1944. I sei uomini, Mosè, Franco, Marco, Santoro e Salomone Di Consiglio con Angelo Di Castro, marito dell'altra figlia, Clara finiscono anche loro alle Fosse Ardeatine. L'altro zio di Giulia, Leonello, marito della zia Gemma, viene preso a maggio.
Il 21 marzo la famiglia Spizzichino si salva per miracolo, grazie alla prontezza del padre di Giulia, Cesare: abitano lì di fronte e assistono all'arresto degli altri, la sorellina di Giulia, Valeria di otto anni, che al momento dell'arresto si trovava dai nonni, si salva grazie al falso nome.
Il delatore è stato individuato e ha subito un processo dopo la guerra.
Giulia è stata fra i più attivi tra i familiari delle vittime delle Fosse Ardeatine al processo Priebke.