Municipio XIV
Via dei Laterizi, 27 - Roma
13 gennaio 2014

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Alberto Di Giacomo
nato a Magione (Perugia) l’8 gennaio 1886, fornaciaio. Soprannominato Moro o Moretto.

Figura di spicco nella lotta dei lavoratori delle fornaci e dell’antifascismo di Valle Aurelia, più conosciuta come “Valle dell’Inferno”, zona in cui abitava. Fu arrestato già nel 1907 e nel 1908. Consigliere dal 1911 al 1920 della Lega di resistenza dei fornaciari. Irriducibile attivista sindacale e politico. Presente nel 1921 e 1922 agli scontri tra i fascisti e gli Arditi del Popolo di Vincenzo Baldazzi (‘Cencio’). Più volte arrestato e confinato durante il ventennio; definito come «truce», «attentatore».Dal 1929 abitò a via Tunisi nel quartiere Trionfale, dove frequentava l’esponente anarchico Errico Malatesta, che morì nel 1932. Ammonito nel 1927. Iscritto nella rubrica di frontiera. Condannato nel 1931 a tre anni di confino per “attività anarchica, Soccorso rosso” da scontare nell’isola di Lipari. Prosciolto nel 1932 con l’amnistia del decennale della marcia su Roma, fu considerato nel rapporto di polizia del Commissariato Trionfale «insensibile all’atto di clemenza» e sembra che organizzasse una «velenosa» e «subdola campagna contro il Regime e in particolar modo contro Sua Eccellenza il Capo del Governo», con «non comune scaltrezza», rappresentando «uno dei più pericolosi anarchici della Capitale» Compariva nella lista dei sovversivi pericolosi di Roma da arrestare preventivamente in particolari situazioni. Nel luglio 1940, con l’intervento dell’Italia nella seconda guerra mondiale, fu internato nel campo di concentramento dell’isola di Ventotene. Liberato solo nell’agosto-settembre 1943 dopo la caduta del fascismo.



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