Municipio III (ora II)
Viale XXI Aprile, 21 - Roma
11 gennaio 2012

testo

 

In memoria di Vito Ascoli, Adriana Terracina e Ida Trevi.

L'Italia ha firmato l'armistizio. I nazisti hanno invaso Roma. La popolazione ebraica è in allarme.
Mio padre, Giuseppe Ascoli, un uomo preveggente e di grande intelligenza, decide di nasconderci tutti. Così, Berta, Paolo, Nino, Arrigo ed io prendiamo un treno diretto a Carsoli (Sabina); da lì, una corriera che ci porta a Collalto Sabino. Con noi anche mamma, Clara Ascoli, e papà.
I contadini di Collalto sono vecchi amici: alcune loro figlie hanno lavorato come cameriere e bambinaie nelle nostre case. Tra noi, un rapporto affettuoso e familiare, tanto che andavamo spesso in villeggiatura d'estate proprio in quel bel paese a mille metri.
Eravamo tranquilli per la nonna (Ida Trevi Ascoli), per il papà e per la mamma (Vito Ascoli e Adriana Terracina Ascoli) di nostro cugino Arrigo, venuto con noi.
I contadini ci nascondono, ci salvano.
Eravamo tranquilli per la nonna e gli zii rimasti a Roma perché zio Vito (nato cieco, persona di grande intelligenza e capacità nel suo lavoro di fisioterapista) era stato ospitato da amici medici in ospedale. Zia Adriana si era rifugiata in casa della sua unica sorella sposata con un cattolico, con una grande famiglia. Nonna Ida (82 anni) era nascosta presso una vicina di casa.
Veniamo a sapere da un cugino di papà che ci raggiunge a Collalto che i nostri cari rimasti nascosti a Roma non sopportano più la separazione e la vita clandestina, quindi si sono riuniti nella casa in Viale XXI Aprile, giusto tre giorni prima della retata del 16 ottobre.

Poi, l'orrore.

(Vito Ascoli)