Cesare PIERTOIUSTI
Un giorno qualunque. Esercizi di memorizzazione,
2005

audio CD
duration 24'30"
 
text

 

 
La sveglia ha suonato alle 6.30. L'ho spenta e quasi ignorata, per circa dieci minuti. Mi sono fatto la barba sotto la doccia; nonostante vari tentativi ho avuto la sensazione di non essere riuscito a togliere completamente alcuni peli al lato destro del mento (ore 6.45 circa). Ho cercato di tirare fuori dall'armadio le scarpe prendendole entrambe con una mano sola; una è caduta (ore 6.52). Volevo rimettermi i calzini blu che avevo il giorno prima. Ho cercato dappertutto, ma ne ho trovato uno soltanto. Ne ho preso un altro paio dal cassetto (ore 6.54). Nel preparare la colazione per mia figlia, ho calcolato male i tempi della cottura dell'uovo e mi è parso di averlo cotto troppo (ore 7.05 circa). Non avevo capito che mia figlia voleva cuocersi l'uovo da sola e c'è rimasta male quando, venuta in cucina, si è accorta che l'avevo già fatto io (ore 7.06). Mi sono reso conto che la sera prima avevo dimenticato di comprare il latte (ore 7.07). Nel mettermi la camicia, al primo tentativo non sono riuscito ad abbottonare il bottone laterale destro del colletto. Mi sono fatto un po' male al dito e ho dovuto ritentare aiutandomi con l'altra mano (ore 7.10 circa) Nell'allacciarmi la scarpa sinistra si è creato un nodo stretto e difficile da sbrogliare (ore 7.10 circa). Per mettere una firma su un assegno, ho preso una penna che non scriveva (ore 7.11). Subito prima di uscire di casa, ho cercato i guanti di mia figlia. Ne ho trovati tre, uno nero, uno blu, uno rosa (ore 7.15 circa). Ho cercato di aprire la porta di casa ma ho dimenticato che la sera prima avevo dato una mandata (ore 7.15 circa). Ho cercato le chiavi della macchina nella tasca sbagliata (ore 7.19). Ho tentato di chiudere la portiera della macchina senza notare che la cintura di sicurezza si era incastrata e impediva la chiusura stessa (ore 7.45). Appena parcheggiata la macchina mi sono reso conto che non avevo azionato il dispositivo della chiusura delle portiere; sono tornato indietro per chiudere le due rimaste aperte (ore 7.46). Ho cercato di aprire la porta di una stanza senza guardare, ma ho mancato la maniglia (ore 8.11). Ho lasciata accesa la luce in corridoio. Sono tornato indietro a spegnerla (ore 8.12). Sono entrato in una stanza per cercare qualcosa ma poi ho dimenticato cosa (ore 8.14). Ho cercato lo zaino, ero convinto che fosse a casa, ma non l'ho trovato e mi sono ricordato che l'avevo lasciato da un'altra parte (ore 8.15 circa) Ho aperto il frigo e quando era aperto mi sono reso conto che non sapevo perché (ore 8.18) Ho incrociato T. a via Arenula; non avevo voglia di salutarlo, e ho pensato che volevo scomparire,   ma ho avuto il sospetto che mi avesse visto, anche se ha fatto finta di niente. (ore 8.30 circa) Cercato email di I. in una cartella della rubrica di posta elettronica, ma non c'era; per qualche ragione che ho dimenticato, l'avevo archiviato altrove (ore 8.45 circa). Ho cominciato a stampare un documento senza mettere i fogli nella stampante (ore 8.47). Durante una telefonata ho scritto velocemente un appunto; quando l'ho guardato mi è parso che non fosse leggibile e che probabilmente in un momento successivo non avrei capito quello che c'era scritto (ore 8.49). Ho dimenticato di controllare la cartella della posta indesiderata. Me ne sono reso conto dopo circa mezz'ora. Nel chiudere il catenaccio della porta dello studio ho avuto una fitta alla spalla; per farlo ho dovuto cambiare posizione. (ore 9.34) Sul pianerottolo mi sono accorto di aver dimenticato di prendere la bicicletta. Ho riaperto la porta e l'ho presa (ore 9.35). Quando avevo appena sceso le scale mi sono accorto che, nel prendere la bicicletta, avevo lasciato   la mia cartellina. Sono tornato indietro per la seconda volta (ore 9.36). Nello scendere le scale ho sbattuto con la ruota posteriore della bici sui gradini e ho rischiato di cadere (ore 9.36). Nell'uscire ho sbattuto col pedale della bicicletta sull'anta del portone (ore 9.36) Non riuscito a fissare l'elastico della cartellina sul portapacchi della bici. Ero un po' sorpreso, perché in genere ci riesco. (ore 9.37) Nel dare la prima pedalata al momento di partire ho fatto un movimento a vuoto col piede (ore 9.37). Dimenticato di abbottonare il bottone più baso della giacca a vento e la chiusura lampo si è aperta. Ho sentito freddo e mi sono dovuto fermare a richiuderla. (ore 9.39). Mi sono dimenticato di mettere i guanti; o forse ho creduto non fosse necessario; invece nel guidare la bicicletta ho sentito molto freddo alle mani (ore 9.40 circa). Su Corso Vittorio volevo andare dritto, ma, per non andare a sbattere contro la portiera di   una macchina sportiva di colore verde che si stava aprendo in quel momento, ho dovuto fare una deviazione (ore 9.41). Volevo passare prima di un taxi ad un semaforo, ma non ci sono riuscito (ore 9.42) Al semaforo rosso ho provato a riuscire a stare fermo sulla bici senza mettere i piedi per terra, ma non ci sono riuscito se non per un tempo molto breve (ore 9.42) Alle ore 9.50 circa mi sono reso conto che avrei voluto andare alla posta di via Arenula per chiedere informazioni della busta spedita in Ungheria e non ancora arrivata, ma ho dimenticato di farlo (ore . Avrei voluto passare davanti ai molti motorini fermi al semaforo accanto a Santo Spirito, e poco dopo a via Sforza Pallavicini, ma in entrambi i casi non ci sono riuscito del tutto. (fra le 9.50 e le 9.55 circa). Avrei voluto rispondere qualcosa al commento simpatico della barista di via fabio massimo, ma non mi è venuto in mente niente (ore 9.55). Ho chiesto un bicchiere d'acqua al bar, dopo aver fatto colazione. Ho pensato di berlo tutto, ma poi al momento di andarmene mi sono accorto che ne avevo lasciata un po' (ore 9.55). Per prendere le chiavi dalla tasca ho fatto cadere per terra una carta di caramella (ore 9.56). Alle 10.15 circa mi sono reso conto che il fax che avevo mandato poco prima al ragionier C. non era arrivato: ho pensato che probabilmente avevo un numero sbagliato. Alla riunione con M. ad un certo punto ho detto qualcosa che poteva suonare come un rimprovero a lui e sono un po' arrossito (ore 10.45 circa). Alla fine della riunione ho omesso di salutare alcuni dei partecipanti e, andandome ho avuto la sensazione di essere stato un po' scortese (ore 12.20 circa). Ho tentato di aprire la catena della bicicletta mentre stavo parlando al telefonino; non ci sono riuscito. Dopo un paio di minuti, visto che la telefonata si prolungava, ho deciso di lasciare la bici dov'era e andare a piedi alla banca, visto che era distante solo 2-300 metri (ore 12.25 circa). Entrato in banca, ho dimenticato di prendere il numeretto, e son dovuto tornare indietro per penderlo (ore 12.29) Stavo parlando al telefono e contemporaneamente stavo scrivendo una cifra su un assegno, e ho dimenticato di scrivere la virgola e i centesimi di euro (ore 12.35). Ho lasciato la giacca a vento su una sedia davanti agli sportelli della banca. Me ne sono accorto al momento di uscire e sono tornato indietro a prenderla (ore 12.43) Ho tentato di prendere in mano insieme l'agendina, il registratore, la penna e la ricevuta del versamento bancario e non ci sono riuscito; ho dovuto posare tutto sul tavolo e mettere alcuni oggetti nelle tasche (ore 12.43). Mentre facevo la fila alla posta non ho prestato attenzione a quando esattamente fosse entrata una persona che ha cercato di passarmi avanti. Ero sicuro che fosse arrivato dopo di me (ore 13.10 circa). Quando ho fatto notare alla persona che mi era passata davanti che non era il suo turno ho avuto la sensazione di non trovare le parole giuste per dire quello che volevo dire con una certa calma ed ironia. Mi sono sentito troppo nervoso ed emozionato (ore 13.35 circa). All'uscita dell'ufficio postale mi sono dimenticato che avevo parcheggiato la bicicletta a venti metri di distanza e per un attimo ho pensato che me la avessero rubata (ore 13.42). Ho tentato di aprire   il bidone della spazzatura fuori dal gelataio con il dorso della mano e non ci sono riuscito (ore 13.50) Nel mangiare il gelato mi sono sporcato il naso con la panna (ore 13.50 circa). Per salire in bici ho perso l'equilibrio e ho dovuto fare due passi indietro per non cadere (ore 13.55) Volevo fare un fax a C. ma la copisteria era ancora chiusa (ore 14 circa). Volevo chiudere la porta del bagno dello studio ma non sono riuscito a girare del tutto la rotellina metallica: mentre facevo pipì pensavo che non ero sicuro se la porta fosse chiusa o aperta. (ore 14.27). Ho dimenticato di portare l'asciugamano in bagno e quindi non mi sono potuto asciugare le mani e si è un po' bagnato il polsino destro della camicia (ore 14.29). Dopo aver ascoltato la segreteria telefonica ho dimenticato di spingere il tasto "erase" e quindi i vecchi messaggi non si sono cancellati (ore 14.35) Volevo prendere il registratore dalla tasca e invece ho estratto il telefonino. Quando me lo sono trovato in mano per qualche attimo non capivo perché (14.36). Ho cercato l'agendina del 2004 perché avevo bisogno di un numero di telefono. Non l'ho trovata. Forse l'avevo lasciata da un'altra parte. Ho temuto di averla persa. (14. 45 circa) Davanti al computer non mi ricordavo più qual era la cosa urgente che dovevo fare per prima (14.45 circa). Alle 15 e 15 mi sono reso conto che non avrei potuto completare il montaggio della libreria perché avevo dimenticato di prendere il barattolo delle viti da casa e quelle che avevo disponibili non erano della dimensione giusta. Nel prendere le misure sulle assi di legno della libreria ho sbagliato i calcoli (ho calcolato 32+44=66), per cui nel montaggio ad un certo punto ho dovuto smettere e ricominciare. (15.30 circa) Ho cercato di mettere sopra i cavalletti due assi esattamente affiancate, ma ho avuto la sensazione che ci fosse una piccola imprecisione (15. 33) Il metro si è sganciato dal bordo dell'asse: Ho dovuto ricominciare la misurazione (15.33). Ho fatto con la matita su un asse un segno troppo sottile. Mi sono dovuto spostare per vederlo (15.34). L. mi ha mandato un messaggio sul telefonino per rimandare l'appuntamento che avevamo per le quattro. Mi sono reso conto che me lo ero dimenticato (15.36). Per inserire la punta ho girato la ghiera del trapano nel verso sbagliato e, invece di stringere ho allargato (15.36) Sono inciampato sul filo del trapano mentre facevo i buchi sugli assi. Per continuare sono stato costretto a fare tutto il giro del piano di lavoro (ore 15.39) . Al momento di montare le assi mi sono reso conto che non sapevo quali fossero quelle verticali e quali quelle orizzontali quindi ho dovuto riprendere il disegno (ore 15.45 circa) Ho cercato la squadra dappertutto, senza trovarla. Dopo alcuni minuti, quandonon la cercavo più, l'ho trovata sul tavolo nascosta sotto un foglio (ore 15.50 circa) Avevo dimenticato di mettere la batteria dell'avvitatore nel carica-batterie, quindi ho dovuto smettere di usarlo (ore 15.50 circa). Dopo aver fatto i buchi col trapano mi sono accorto che avevo usato una punta sbagliata. Ne avevo una più piccola che sarebbe stata meglio (15.50 circa) Sono uscito dallo studio senza prendere il registratorino. Ero a metà delle scale e sono tornato indietro (ore 16.05). Alle 16.10 a via arenula mi sono reso conto che avevo calcolato male i tempi e non avrei fatto in tempo a mandare il fax a c. prima di andare all'appuntamento che avevo alle 4.30 dall'altra parte della città. A piazza Venezia volevo attraversare sulle strisce pedonali prima di un automobile di lusso che andava piuttosto veloce. Non ci sono riuscito. (ore 16.16) Mi è sembrato che a piazza Venezia mi era appena successo qualcosa che avrei voluto ricordare, ma che non ho registrato lì per lì,   e me la sono dimenticata (ore 16.25 circa) Volevo raccontare a G. un sogno fatto nella notte fra sabato e domenica, ma non me lo ricordavo più. Me lo son dovuto andare a rileggere su dei fogliettini che avevo in tasca (16.30 circa) Almeno due volte, parlando con G., ho avuto la sensazione di non riuscire bene ad articolare il discorso che stavo facendo. (fra le 16.35 e le 17.15) Volevo registrare tutto quello che ci saremmo detti con G. Più tardi mi sono reso conto che avevo regolato male il microfono del registratore, e le voci erano del tutto incomprensibili. Nello studio ho cercato la paletta e non l'ho trovata. Forse non c'era (ore 18 circa). Sono andato al bagno per prendere il pennello. Quando ero lì, ho fatto la pipì e ho dimenticato di prendere il pennello (ore 18.10) Sono tornato indietro a riprendere un numero di telefono, ma ce l'avevo già, scritto sul giornale che avevo in     tasca (18.45 circa). Sono uscito dallo studio senza giacca a vento e senza guanti. Non so se li ho dimenticati o se l'ho fatto apposta; in bicicletta sentito molto freddo, specialmente alle mani; avrei preferito averceli (19 circa). Guidando la bicicletta ho fatto uno strano movimento per tenere in mano il registratore e ho rischiato di cadere, ma era uno sforzo inutile perché comunque il registratore era fissato al polso   dalla sua cinghietta (19 circa). La sera a casa mi sono reso conto che avevo dimenticato di comprare la melatonina per me e per mia figlia (ore 21 circa).